CENNI STORICI SUL TEATRO DEI PIEDI

Gli spettatori che restano a bocca aperta per la sorpresa di vedere dei piedi umani trasformarsi in personaggi, sono il vero premio per tanta ricerca e fatica. Alla domanda "ma è una tua invenzione?", l'onestà intellettuale dovrebbe illustrare uno squarcio di storia. Nell''800 e primi '900, in Corea esistevano delle compagnie formate da un attore a vista e un burattinaio nascosto che con un piede "mascherato" interagiva con l'attore. Questa tecnica si chiama Pal-Tal, ed è stata oggetto di studi presso l'Università di Palermo (Discipline Orientali). Negli anni '70, a Barcellona, Joan Baixas sperimenta il teatro visuale utilizzando i piedi, prima di lui Elayne Guyon monta un cabaret, a Roma con Alessandro Fersen e Lele Luzzati (testimonianza di Michel Poletti di Ascona), negli anni '80/90 Hugo Suarez (mimo peruviano) e Ines Pasic (artista bosniaca) danno vita a un teatro di figura che mette in primo piani mimo e parti del corpo, soprattutto mani, tra queste storie c'è uno sketch fatto con un piede, e uno fatto col ginocchio. Altre compagnie come "Figurina" (Ungheria), Josè Navarro (Perù) utilizzano il piede in varie forme.

Laura Kibel e Veronica Gonzalez si sono concentrate molto sulla "gambe", e l'uso dei piedi e delle ginocchia e di ogni segmento degli arti inferiori, ha talmente caratterizzato il loro lavoro che hanno scelto di chiamarsi TEATRO DEI PIEDI  (Kibel) e TEATRINO DEI PIEDI (Gonzalez)

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Ormai identificate con questa tecnica, hanno fatto il giro del mondo raccogliendo premi e recensioni entusiastiche. La loro ricerca ha trovato una strada originale che le ha differenziate da qualsiasi altro artista, sia per le scelte espressive, ma soprattutto per i contenuti delle storie raccontate. Sono citate nell'Enciclopedia Mondiale della Marionetta, sono oggetto di tesi di laurea e di reportage televisivi.

Però si sa che le cose belle fanno gola, e quando si fa una cosa bella, esiste il pericolo di essere copiate.